LA STORIA DEL CASTELLO
Una fortezza difensiva
Una fortezza difensiva
Tra il 1220 e il 1225, Federico II di Svevia diede l’ordine di erigere un castello a Rocca Imperiale, località di vitale importanza strategica per il controllo dell’unica via di comunicazione che collegava le Puglie alla Calabria: l’antica Appia Traiana. Il castello, oltre a rappresentare una fortezza difensiva per proteggere il territorio circostante, forniva un rifugio sicuro alla Corte dell’Imperatore durante i suoi spostamenti e nelle frequenti battute di caccia. Nel corso dei secoli successivi, il castello conobbe una serie di trasformazioni e passò sotto il controllo di diverse casate europee, tra cui gli Angioini e gli Aragonesi. Rocca Imperiale divenne così il palcoscenico di assedi e battaglie che ne segnarono la storia. Nel XVII secolo Rocca Imperiale fu teatro di un memorabile assalto da parte di 60 vele dell’armata turca del crudele sultano Ibrahim: la notte del 1 luglio 1664 più di quattromila saraceni ai comandi dell’ammiraglio Bichir misero a ferro e fuoco la fortezza e bruciarono la chiesa trecentesca del borgo, seminando il terrore tra gli abitanti e catturando ottanta persone tra donne, bambini e un prete. Scopri di più A partire dal 1717, sotto la guida dei duchi Crivelli, il Castello subì significative modifiche strutturali che lo resero simile a una piccola reggia; tali aggiunte includono gli alloggi sopraelevati e la ristrutturazione della parte superiore della loggia. Nel 1835 la rocca passò nelle mani del vescovo di Tursi, Monsignor Pujia, il quale aveva l’obiettivo (poi abbandonato) di trasformarla in seminario. Dopo un lungo periodo abbandono, durante il quale la fortezza subì atti di depredazione e vandalismo, la famiglia Cappa riacquistò la struttura nel 1903 e ne fece la sua residenza. Infine, nel 1989, riconoscendo il valore storico e culturale dell’edificio, l’immobile venne donato al Comune di Rocca Imperiale. Questa generosa donazione si è rivelata fondamentale per la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio che ora è aperto e accessibile a tutta la comunità.
I lavori di completamento
I lavori di completamento
I lavori di completamento, restauro e valorizzazione del castello Federiciano sono stati molto articolati e hanno coinvolto diverse figure professionali. Questi interventi hanno incluso il completamento delle parti strutturali del castello, portandolo alla sua forma completa, e il restauro delle parti danneggiate o deteriorate, con l’obiettivo di preservare il suo valore storico e architettonico. Inoltre, si è lavorato sulla valorizzazione del castello, rendendolo più accessibile e interessante per i visitatori. Questo progetto, finanziato con 3.500.000 euro, mira a riportare il castello al suo antico splendore e a migliorarne la sicurezza, contribuendo così a promuovere il patrimonio culturale della regione.
La rete dei castelli federiciani
La rete dei castelli federiciani rappresenta un fenomeno storico legato alla politica di costruzione e fortificazione promossa dall’Imperatore Federico II di Svevia nell’Italia Meridionale. Tra il 1220 e il 1250, Federico II promosse la costruzione di castelli e opere fortificate per difendere e controllare un territorio instabile e frammentato, caratterizzato da ribellioni locali e minacce esterne.
Attraverso leggi che vietavano ai feudatari di costruire fortificazioni senza il suo consenso, Federico II consolidò il suo potere edificando una fitta rete di castelli, collegati tra loro e situati a distanze ravvicinate lungo i confini del suo regno. Il “Statutum de reparatione castrorum” del 1231 fornisce dettagli preziosi su queste strutture.
Questi castelli non solo servivano a scopi difensivi, ma anche a scopi politici e di rappresentanza, simboleggiando il controllo imperiale. Molte di queste opere, come Castel del Monte, non erano solo fortilizi, ma anche residenze reali o luoghi di svago per l’imperatore e la sua corte.
La costruzione dei castelli coinvolse anche l’utilizzo di maestranze cistercensi, garantendo un controllo sistematico sul processo edilizio. Le comunità incaricate della manutenzione dei castelli erano spesso distanti dai siti fortificati, un chiaro segno della volontà di Federico II di evitare che le strutture castellari diventassero centri di potere locale indipendenti.
Inoltre, alcuni castelli furono dotati di arredi di pregio, anticipando il collezionismo umanistico. Una novità sorprendente è la presenza di ambienti termali nel castello di Lagopesole, probabilmente aggiunti durante l’età di Manfredi, seguendo i criteri romani.
In sintesi, la rete dei castelli federiciani rappresenta un importante capitolo della storia dell’Italia Meridionale, evidenziando il potere e la strategia politica di Federico II di Svevia nell’assicurare il controllo del suo regno attraverso la costruzione di opere fortificate strategiche.
La rete dei castelli federiciani
La rete dei castelli federiciani rappresenta un fenomeno storico legato alla politica di costruzione e fortificazione promossa dall’Imperatore Federico II di Svevia nell’Italia Meridionale. Tra il 1220 e il 1250, Federico II promosse la costruzione di castelli e opere fortificate per difendere e controllare un territorio instabile e frammentato, caratterizzato da ribellioni locali e minacce esterne. Attraverso leggi che vietavano ai feudatari di costruire fortificazioni senza il suo consenso, Federico II consolidò il suo potere edificando una fitta rete di castelli, collegati tra loro e situati a distanze ravvicinate lungo i confini del suo regno. Il “Statutum de reparatione castrorum” del 1231 fornisce dettagli preziosi su queste strutture. Questi castelli non solo servivano a scopi difensivi, ma anche a scopi politici e di rappresentanza, simboleggiando il controllo imperiale. Molte di queste opere, come Castel del Monte, non erano solo fortilizi, ma anche residenze reali o luoghi di svago per l’imperatore e la sua corte. La costruzione dei castelli coinvolse anche l’utilizzo di maestranze cistercensi, garantendo un controllo sistematico sul processo edilizio. Le comunità incaricate della manutenzione dei castelli erano spesso distanti dai siti fortificati, un chiaro segno della volontà di Federico II di evitare che le strutture castellari diventassero centri di potere locale indipendenti. Inoltre, alcuni castelli furono dotati di arredi di pregio, anticipando il collezionismo umanistico. Una novità sorprendente è la presenza di ambienti termali nel castello di Lagopesole, probabilmente aggiunti durante l’età di Manfredi, seguendo i criteri romani. In sintesi, la rete dei castelli federiciani rappresenta un importante capitolo della storia dell’Italia Meridionale, evidenziando il potere e la strategia politica di Federico II di Svevia nell’assicurare il controllo del suo regno attraverso la costruzione di opere fortificate strategiche.
Comune di Rocca Imperiale
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